Marcello Nicolini: “Il segreto di Portonovo? La simbiosi tra la meravigliosa natura della Baia e le famiglie che la animano”. Nativo del Poggio, la piccola frazione di Ancona incastonata nel verde del Monte Conero, Marcello Nicolini è uomo di Portonovo. Titolare da oltre 30 anni del ristorante che porta il suo nome, Marcello respira l’aria della Baia sin da quando era bambino.
“Ho sempre avuto un legame profondo con il mare di Portonovo, con i suoi meravigliosi profumi e con le famiglie che animano la Baia”, racconta Marcello. “Già all’età di 10 anni inizio a lavorare Da Anna, ristorante che oggi purtroppo non c’è più. L’idea di stare a contatto con la gente mi piaceva molto, così come mi allettava la prospettiva di guadagnarmi un po’ di indipendenza economica”.
Marcello, l’idea del ristorante quando ti è venuta?
“Non c’è un momento in cui mi è venuta. Probabilmente è sempre stata dentro di me. Lavorare come cameriere o dietro il bancone del bar mi affascinava. Sentivo la forte vocazione di stare a contatto con la gente. Dopo l’esperienza da Anna, ho lavorato al Campeggio La Torre, sempre a Portonovo, gestendolo anche in prima persona. Poi c’è stato il periodo alla Taverna del Trave e infine, nel 1990, l’idea di rilevare il Ristorante Malvina, un’attività storica dove lavorava anche mio fratello”.
È stato facile?
“All’inizio pensavo fosse tutto semplice. ‘Che ci vuole?’ dicevo a me stesso. ‘Apri la porta, metti su l’acqua e butti giù la pasta. Niente di più semplice’. La realtà, è ovvio, si è mostrata ben diversa. Se oggi il ristorante Marcello è un’attività così consolidata è perché negli anni io e i miei collaboratori, cui oggi si aggiunge mio figlio Giovanni, abbiamo lavorato tanto, e spesso in mezzo a mille difficoltà”.
Come l’hai vista cambiare, Portonovo, in questi 30 anni di attività?
“Sono cambiate le persone che la frequentano. Le generazioni si sono avvicendate. E poi Portonovo, che sino a 10 anni fa era frequentata esclusivamente dagli anconetani, oggi vede un forte afflusso di turisti, spesso anche stranieri”.
In che modo questo cambiamento influisce sulla tua proposta?
“In molti modi. Un esempio significativo è quello della carta dei vini. Un tempo proponevamo vini di respiro nazionale, perché la clientela locale prediligeva etichette legate a territori diversi dal proprio. Oggi il turista, venendo da fuori, spesso dall’estero, desidera assaggiare i vini della nostra zona. Dunque la proposta, negli anni, si è dovuta adeguare. Così come ci siamo dovuti adeguare con le lingue. Se fino a qualche anno fa parlare inglese non era così indispensabile, oggi è diventato una priorità assoluta”.
Qual è secondo te il segreto del successo di Portonovo?
“La stupenda simbiosi che negli anni si è creata tra la natura meravigliosa della Baia e le famiglie altrettanto meravigliose che ci lavorano. Sono famiglie straordinarie che da decenni garantiscono continuità e dunque sicurezza e stabilità. Non è un caso se oggi ai nostri tavoli siedono, tutti insieme, nonni, figli e nipoti. È piuttosto il risultato della continuità che le famiglie di Portonovo, con i loro tanti sacrifici, sanno da molti anni garantire a chiunque frequenti la Baia”.
Hai mai pensato di avviare attività al di fuori di Portonovo?
“No, mai. Io sono del Poggio. La prospettiva di lavorare dove sono nato mi affascina da sempre. Ricordo ancora i profumi della mia infanzia, della Portonovo di un tempo: i moscioli, i panini con la mortadella, le persone di allora e di oggi. Il mio posto è qui, a Portonovo. Non mi saprei vedere altrove”
Marcello Nicolini, cosa ti auguri per i prossimi 30 anni?
“Trent’anni come questi. Viva Portonovo!”